sabato 19 giugno 2010

CARREFOUR DI PONTECAGNANO (SA) DA LUGLIO SCATTA LA MOBILITA'

Piera Carlomagno L’allarme è scattato mercoledì mattina, quando il direttore napoletano Giuseppe Ravo, ha convocato un’assemblea dei lavoratori del Carrefour di Pontecagnano, annunciando l’avvio di una serie di pratiche di mobilità a partire dal primo luglio. 150 dipendenti diretti hanno incassato il colpo alla vigilia delle ferie, ma lo stesso dirigente ha ammesso di non conoscere ancora i termini dell’accordo. Carrefour Italia ha convocato i sindacati nazionali comunicando difficoltà su otto punti vendita della divisione iper. Tra questi c’è Pontecagnano. È nota l’intenzione della multinazionale francese di abbandonare il Sud. Un anno fa chiuse in Puglia, un mese fa ha venduto Casoria ad un piccolo imprenditore, un certo Novelli, ora è intenzionata a chiudere Capodrise. I lavoratori di Pontecagnano pensano che a loro toccherà, probabilmente, la stessa sorte di Casoria. Per il momento si tratta di richiesta di mobilità volontaria. E la crisi della grande distribuzione organizzata sul territorio salernitano continua. Dopo il crac dell’Alvi e la caduta della Holding D’Andrea Company con Cavamarket e Despar, tocca al colosso Carrefour e al suo indotto, il merchandising, la fornitura dei prodotti locali. Restano fuori i supermercati Gs, la cui insegna sarà trasformata in «Market Carrefour». L’ipermercato di Pontecagnano ha solo 5 anni, una storia complicata, che ha visto la ricollocazione dei dipendenti della ex Standa: «Si tratta per lo più di occupazione femminile - spiega Nadia Sabato della segreteria Uil, delegata al commercio e al turismo - Si sa quanto sia difficile per le donne trovare lavoro, figuriamoci ricollocarsi nella situazione in cui versa il settore nel salernitano. Qui lasciamo che queste multinazionali vadano via e le istituzioni non intervengono, mentre si sa che Carrefour fu aperto anche con l’aiuto dei fondi europei». L’ipermercato di Pontecagnano fino ad oggi ha utilizzato anche lavoro interinale, mentre dal primo luglio cesseranno pure questi contratti. Tutto ciò avviene nel periodo di massimo lavoro (estate e fine anno) per gli ipermercati. La verità è che il colosso mondiale d’oltralpe è in difficoltà: in Francia i fatturati stanno cedendo in maniera decisa. Visto che il marchio è ritenuto costoso rispetto alla concorrenza, l’azienda ha intrapreso una serie di campagne di riduzione di prezzi per fidelizzare la clientela il più possibile. In Belgio invece le chiusure degli iper si stanno susseguendo. In Italia la crisi sta aggredendo anche il Nord, precisamente nel magazzino Gs Carrefour di Pieve Emanuele in provincia di Milano. Di chiusura e vendita degli ipermercati Carrefour in Sud Italia si parlava già tre anni fa. Ma fino a qualche tempo fa non è accaduto nulla. Nessun grosso marchio, così come era stato ipotizzato dagli osservatori del settore, si fece avanti. Restarono fermi gli 11 ipermercati non appetibili, strettamente legati però al marchio Gs della divisione supermercati, considerato una potenza al Sud. In tre anni le cose sono cambiate. Dopo l’acquisto dell’Alvi da parte di Conad, resta in attesa della decisione del giudice Guerino Iannicelli, l’ex patron di Cavamarket Antonio Della Monica. Ma non solo. È attesa anche la decisione del ministro per le Attività produttive, sulla richiesta di ricorso alla legge Marzano. Il giudice ha ricevuto le note dalle parti e si è riservato gli atti al collegio. Nel frattempo quasi tutti i lavoratori della Holding D’Andrea Company sono entrati in regime di cassa integrazione, tranne quelli delle divisioni logistica e trasporti, che non rientrano nei piani dei nuovi proprietari Rosario Caputo e Carlo Catone. Proprio quest’ultimo è infatti titolare di una grossa azienda dello stesso settore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

FONTE: IL MATTINO